Ma quanti e quali tipi di pesce si possono incontrare nelle acque davanti alla costa di Pisa e Livorno? Se lo sono chiesto in parecchi dopo gli avvistamenti negli ultimi anni di specie pescate “non di casa nostra”, oppure solo viste da subacquei e pescatori. Ecco, allora, che si rende necessario chiarire quanti e quali specie di pesci possiamo incontrare e, se, per caso, come si chiede qualcuno, possano in qualche occasione essere pericolosi. Per stilare una lista delle specie di pesci che più amano frequentare le nostre acque è necessario distinguere il sottocosta dalle isole: questo per evitare di menzionare pesci (come magari le ricciole) che assidue frequentatrici ad esempio dell'isola d'Elba o Capraia possono venire confuse come “pesci facilmente trovabili” nel sottocosta, il che non è (purtroppo) assolutamente vero.
Nel sottocosta livornese, non considerando le isole, e le specie di piccola taglia, in ordine di frequenza di incontri e menzionando solo alcune delle più importanti specie
si possono incontrare:
Due muggini ripresi nelle acque della Meloria |
In diminuzione il numero degli esemplari che in alcuni casi possono avere carni eccellenti (cefalo dorato). Discorso a parte per gli innumerevoli esemplari che vivono dentro il porto di Livorno.
Salpe nel mare livornese |
Non sembra risentire del depauperamento ittico che ha interessato negli ultimi anni quasi tutte le specie del sottocosta; si trova dappertutto meno che su fondali sabbiosi, ha carni non molto buone, impossibili da mangiare per gli esemplari catturati vicino al porto.
Sarago Maggiore catturato nel sottocosta a Livorno |
Sarago maggiore ( ordine Perciformi - famiglia Sparidi - nome scientifico Diplodus sargus )
Il più comune insieme al sarago fasciato e il pizzuto, è l'ennesima specie interessata da una lenta ma costante diminuzione del numero di esemplari adulti, ha carni eccellenti che stanno subendo anch'esse però negli ultimi anni un drastico cambiamento, tendono cioè a diventare molto dure alla cottura, sembra per una specie di alga di cui si cibano.
Tordo nero |
Tordo (ordine Perciformi - famiglia Labridae - nome scientifico Labrus viridis - (tordo ciliegio) )
Anche questo pesce ha visto negli ultimi anni diminuire notevolmente il numero di esemplari nel sottocosta e soprattutto alle Secche della Meloria, dove una volta se ne incontravano moltissimi. Solo una specie è veramente buona dal punto di vista culinario, ed è il marvizzo o ciliegio, contraddistinto dalla livrea colorata da tanti puntini bianchi.
Scorfano comune |
Scorfano (ordine Scorpaeniformi - famiglia - Scorpaenidae - nome scientifico Scorpaena maderensis )
Cappone |
Cappone ( ordine Scorpaeniformi - famiglia Scorpaenidae - nome scientifico Scorpaena scrofa )
triglia di scoglio |
Triglia (ordine Perciformi - famiglia Mullidi - nome scientifico Mullus surmuletus(di scoglio) - barbatus (di fango)
Accomuniamo questi tre pesci anche se di specie diverse per un motivo molto semplice: hanno subito nel giro di trent’anni una paurosa diminuzione, che, in alcuni casi come per il cappone, si è trasformata in “quasi estinzione”. Trovare un cappone oggi nel sottocosta significa avere avuto davvero un colpo di fortuna...
Anche questa specie ha subito una drastica diminuzione di numero, ma, al contrario delle altre specie, questo pesce, è il pesce pregiato che ha risentito meno della pesca intensiva, sia per la velocità di riproduzione e di crescita, sia perché forse parecchi esemplari che incontriamo nel sottocosta sono in realtà pesci provenienti (tramite fuga) dagli allevamenti le cui reti si sono, come spesso accade, rotte; ha carni considerate eccellenti.
Una volta i fondali di Livorno erano il regno della spigola. Nei “Mezzi Freni” tra la diga portuale e la Meloria (un fondale principalmente composto da Posidonia Oceanica) era possibile incontrare esemplari di oltre dieci chilogrammi. Per un pescatore in apnea aspettista significava vedere una spigola ogni tre/quattro aspetti..., in trent'anni le spigole del sottocosta livornese sono come scomparse, il loro numero si è pian piano assottigliato e, tutt'oggi, “vacilla” a seconda degli anni in pochi avvistamenti ed altrettante poche catture. il comportamento della spigola teso alla frequentazione di mare aperto ma anche di fiumi e porti ne caratterizza anche la bontà della sua carne, che può passare a seconda di dove è cresciuta, da una prelibatezza fuori dal comune alla presenza addirittura di odori sgradevoli durante la cottura
Un grosso esemplare di Pesce Serra |
Il fermo immagine di un grosso branco di Pesci Serra, ripresi con una telecamera |
Barracuda, fotografati in acque livornesi |
Parente stretto del cugino tropicale (anche 60kg), il barracuda Mediterraneo frequenta le nostre coste già da molti anni, possono arrivare in alcuni rari casi a dieci chilogrammi di peso, questo pesce non è pericoloso per l'uomo anche se ha spiccate doti territoriali e tende a cacciare dal suo territorio tutti gli altri pesci.
Ai tropici invece il discorso cambia, questo animale raggiunge dimensioni notevoli e si avvicina all'uomo, si ciba di piccoli pesci come le acciughe ed è quindi attirato dai lampi di luce che emettono i corpi metallizzati quando i raggi di sole li colpiscono, a questo proposito è bene quindi evitare di indossare oggetti metallici in mare come ciondoli, catenine o coltellini che potrebbero creare bagliori, che potrebbero essere scambiati (soprattutto in acque non limpide) per un pesciolino dal barracuda, questo è l'unico motivo che ha spinto alcuni barracuda ad attaccare l'uomo (l'attacco è veramente fulmineo!) con conseguenze anche letali a causa della loro dentatura affilatissima.
il barracuda un po’ come il pesce serra, si vede sempre più spesso a Livorno. Ha carni buone se sapute cucinare.
Un giovane esemplare di Cernia bruna |
Una volta ricchissima di cernie, Livorno, ha visto negli ultimi anni un nettissimo calo del numero di questa specie, salvo poi, (si parla degli ultimi sei-sette anni ) vedere un’ insperata e ben attesa crescita di numero, dovuta, (secondo il nostro parere), alla proibizione della pesca con il fucile da parte di chi scendeva con apparecchi respiratori come le bombole, una pesca che a Livorno ha sterminato negli anni 70 centinaia di cernie padrone incontrastate degli stupendi cigli a largo del "Secco di Fuori" poco più di sette miglia dalla costa (vedi pag.13 "carte nautiche"). Sempre più esemplari vengono avvistati e catturati (attenzione! solo un esemplare al giorno e di peso non inferiore ai 5 kg.) il che fa ben sperare, anche se non crediamo che nelle zone libere da ogni vincolo ( la speranza è che aumentino nelle Aree Marine Protette) possano crescere abbastanza. Anche nelle isole a parte quelle dove la pesca non è più consentita, ancora ricchissime di cernie, la situazione è pressoche la stessa le grosse cernie si trovano ormai solo oltre i trenta metri di profondità con poche rare eccezioni.Carni discrete.
Uno stupendo esemplare di Leccia |
Il litorale livornese non è mai stato un posto eccezionalmente buono per questo pesce anche se dobbiamo dire, tutti gli anni, nei punti giusti le grandi lecce si danno appuntamento e riescono a farsi “vedere” e più spesso di quel che si possa pensare anche a farsi catturare. Carni buone.
Non potevamo non parlarne: è un pesce talmente bello che è stato davvero terribile vedere posti come la Meloria quasi completamente “finiti”. Nel sottocosta poi, vedere una corvina di discrete dimensioni è veramente un miracolo. Carni ottime
Un bellissimo esemplare di dentice fotografato in acque livornesi |
Un giovane esemplare di dentice cerca di mimetizzarsi tra le posidonie, mostrando le caratteristiche bande verticali |
Una Palamita catturata in acque livornesi |
Come per la ricciola il suo incontro è del tutto casuale, ma mentre il litorale livornese è avaro di ricciole la palamita sembra gradire di più il nostro sottocosta e nei punti giusti è facile vedere qualche bell'esemplare, il suo numero è in lieve diminuzione e le sue carni sono ottime se sapute cucinare
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