martedì 19 novembre 2013

Nozioni di meteorologia nautica

Generalità

La meteorologia è quella scienza che studia i fenomeni fisici che avvengono ed interessano l'atmosfera. 
L'atmosfera è quel miscuglio di vari gas, di vapore acqueo e di pulviscolo atmosferico, che circonda la nostra Terra. Di essa la parte che maggiormente interessa è la parte bassa, quella che viene chiamata Troposfera.
La Troposfera ha uno spessore di circa 18 chilometri all'Equatore e si riduce a 7 chilometri al di sopra dei poli.
La Troposfera contiene la maggior parte del vapor acqueo, del pulviscolo atmosferico ed è sede dei moti convettivi dell'aria. 
Argomenti trattati:

  • La meteorologia sinottica
  • La pressione atmosferica e le isobare
  • La temperatura dell'aria
  • L'umidità dell'aria
  • La masse d'aria
  • Le nubi
  • Il vento e le brezze
  • I fronti
  • Gli strumenti meteorologici
  • I bollettini meteorologici

La meteorologia sinottica

La meteorologia sinottica è la parte della meteorologia che studia
la rappresentazione e l'analisi dei dati meteorologici osservati e misurati simultaneamente (su varia scala: regionale, nazionale, continentale ecc.). Questa costituisce la base della previsione del tempo. Per questo scopo si è realizzata una fitta rete di stazioni meteorologiche, che si estendono dalle scale più piccole a quelle più grandi. 


Simboli di rappresentazione dei fronti meteorologici:
1. fronte freddo
2. fronte caldo
3. fronte stazionario
4. fronte occluso
5. superficie di attraversamento
6. linea di burrasca
7. linea di secco
8. onda tropicale

La pressione atmosferica e le isobare

Il peso della massa d'aria (vale a dire il peso dell'atmosfera) che insiste su una data superficie è detto pressione atmosferica.
La determinazione del valore della pressione atmosferica è dovuta alla nota esperienza del fisico italiano Evangelista Torricelli, il quale determinò praticamente che il peso esercitato dalla colonna d'aria che sovrasta una bacinella piena di mercurio è equilibrato dal peso di una colonna di mercurio alta 76 cm ed avente come base la superficie di 1 cm quadrato. 
Il peso di questa colonna di mercurio corrisponde a 1,033 kg e rappresenta la pressione di una atmosfera (chilogrammi/centimetro quadrato), che è l'unità di pressione espressa nel sistema pratico. Nel sistema C.G.S. (Centimetro, Grammo, Secondo) l'unità di pressione viene misurata in millibar; tra atmosfera, millimetri di mercurio e millibar esiste la seguente uguaglianza:


1 atm = 760 mm Hg = 1.033 kg/cmq = 1033 mb

Gli strumenti che misurano la pressione sono detti manometri.
Il valore della pressione atmosferica non è costante, ma varia, principalmente, con il variare dell'altitudine e con il variare della temperatura.
Lo strumento che misura la pressione atmosferica è detto barometro, mentre è chiamato barografo lo strumento che registra la pressione e, quindi, il suo variare giornaliero o settimanale.
Unendo tutti i punti della superficie terrestre che, in un dato istante, hanno lo stesso valore della pressione, si ottengono delle linee dette isobare.
Queste linee assumono delle configurazioni ben precise, delle quali le principali sono:
la depressione o bassa pressione, che rappresenta una zona in cui le isobare hanno una forma chiusa attorno ad un centro con pressione relativa inferiore a quella delle isobare circostanti. Potendo raffigurare tridimensionalmente tale figura barica, potremo assomigliarla ad un grosso imbuto nel quale il foro centrale rappresenta il punto di minima pressione;
l'alta pressione è invece rappresentata da una zona centrale con un valore relativamente alto rispetto a quello delle isobare che la circondano. Anche in questo caso, volendo raffigurare una zona di alta pressione, potremo raffigurarla come una collina nella quale la sommità rappresenta il centro con valore della pressione più alto;
il promontorio è una estensione di una zona di alta pressione tra due zone attigue di bassa pressione;
la saccatura è, al contrario, una estensione di una zona di bassa pressione tra due zone attigue di alta pressione;
la pressione livellata è una zona nella quale le isobare hanno un valore uniforme.Le isobare tracciate sulle carte sinottiche indicano la variazione che la pressione subisce lungo una linea perpendicolare alle isobare; più le isobare sono vicine più rapidamente varia la pressione, viceversa, più esse sono distanti, più lentamente varia la pressione.
Viene detto Gradiente barico orizzontale G il rapporto tra la differenza di pressione esistente tra due isobare (dp) e la loro distanza (d).


G = - dp/d

Il segno negativo nella formula indica che il verso del gradiente è diretto dall'alta alla bassa pressione.
Lo spostamento delle masse d'aria avviene sempre dall'alta verso la bassa pressione, in funzione del Gradiente barico orizzontale, pertanto:
isobare ravvicinate indicano venti di forte intensità;
isobare distanziate denotano la presenza di venti leggeri.Nel nostro emisfero il vento ruota:
in senso orario nelle zone di alta pressione;
in senso antiorario nelle zone di bassa pressione.

Temperatura

Il Sole è la principale fonte di calore che influenza la superficie terrestre e, con essa, la massa d'aria che la circonda.
Il riscaldamento dovuto all'azione del Sole è detto Insolazione; questa non è costante su tutta la superficie terrestre, ma subisce della variazioni notevoli dovute a diversi fattori, tra i quali i principali sono:
inclinazione dell'asse terrestre;
la forma geometrica della Terra;
orbita del moto rivoluzione attorno al Sole.Per questi motivi avviene il susseguirsi delle stagioni e la variazione di temperatura con il variare della latitudine (decrescente dall'equatore verso i poli).
Anche la diversa natura della superficie terrestre (mari, terre emerse, montagne, boschi, ecc.) contribuisce alla diversa distribuzione della temperatura sul nostro globo.
La Terra e l'aria che la circonda possono riscaldarsi per:
irraggiamento (propagazione del calore a distanza, senza contatto diretto tra la fonte di calore e la superficie riscaldata);
conduzione (passaggio di calore per contatto da un corpo più caldo verso uno a temperatura inferiore);
convezione (propagazione di calore attraverso un fluido per movimento del fluido stesso).L'aria, riscaldandosi, si espande e diminuisce la propria densità e, conseguentemente, la sua pressione: per contro, l'aria, raffreddandosi, aumenta la propria densità e, conseguentemente, la propria pressione.
Le linee che, in una carta sinottica, uniscono i punti con la medesima temperatura sono dette isoterme. La temperatura viene misurata con i termometri, mentre la sua variazione giornaliera o settimanale viene registrata con i termografi. 
L'Umidità dell'aria
La percentuale di vapor acqueo presente nell'aria non è costante, ma varia con il variare della temperatura; precisamente, aumenta con l'aumentare della temperatura.
L'acqua è presente in grande quantità sulla Terra ed è relativamente facile osservarla contemporaneamente nei suoi tre stati fisici di liquido, di vapore e di solido. Un'altra caratteristica rende l'acqua particolarmente interessante per la meteorologia ed è legata alla quantità di calorie necessarie per farle cambiare di stato.
Ad esempio, per far sciogliere 1 grammo di ghiaccio occorrono 80 calorie, mentre per farne evaporare la stessa quantità ne occorrono ben 600.
Dal momento che in natura questi cambiamenti di stato avvengono a spese dell'energia contenuta nell'atmosfera, appare evidente l'importanza che riveste il vapor acqueo contenuto in essa; durante la condensazione avviene un assorbimento di calore, mentre durante l'evaporazione avviene uno sviluppo di calore.
Viene detto Umidità assoluta il peso di vapor acqueo presente in un certo volume d'aria. Questa ha un valore massimo all'Equatore (circa 20 g/mc) ed un valore minimo ai poli (circa 3 g/mc).
E' detto invece Umidità relativa, ad una certa temperatura, il rapporto tra il peso di vapor acqueo presente in un certo volume d'aria ed il peso di vapor acqueo che lo saturerebbe.
L'Umidità relativa viene misurata dagli igrometri o dagli psicrometri, mentre la sua variazione giornaliera o settimanale viene registrata dagli igrografi. 

Le masse d'aria

Le masse d'aria Con il termine "Massa d'aria" intendiamo quella massa d'aria che sovrasta una estesa zona della superficie terrestre. In questa massa d'aria i valori di temperatura ed umidità relativa sono pressochè costanti.
Sul nostro globo abbiamo quindi masse d'aria caratterizzate per la loro temperatura:
Masse d'aria fredda, distinte a loro volta in masse d'aria polare (massa d'aria che sovrasta le calotte polari) e masse d'aria artica (massa d'aria che sovrasta le zone dei due emisferi compresi tra i paralleli 30° e 60° );
Masse d'aria calda, distinte a loro volta in masse d'aria tropicale (che sovrasta la zona dei due emisferi compresa tra i paralleli 15° e 30°) e masse d'aria equatoriale (che sovrasta la zona della superficie terrestre compresa tra il parallelo 15°S ed il parallelo 15° N).Le masse d'aria citate possono essere di tipo:
marittimo (la massa che sovrasta o transita sugli oceani); relativamente umida;
continentale (la massa che sovrasta o transita sui continenti); relativamente secca.La massa d'aria fredda e la massa d'aria calda si distinguono sia per il tipo di nuvolosità e di precipitazioni che le accompagna, sia per i parametri di temperatura, umidità e pressione, oltre, naturalmente, per il tipo di vento e la qualità della visibilità.
Precisando, diremo che una massa d'aria calda è caratterizzata, prevalentemente, da:
nuvolosità stratiforme;
piogge regolari, più frequenti nelle ore notturne;
temperatura ed umidità elevate;
vento regolare e costante;
pressione bassa e visibilità scarsa.Per contro una massa d'aria fredda è caratterizzata da:
nuvolosità cumuliforme;
precipitazioni irregolari, caratterizzate da scrosci improvvisi e qualche temporale, più frequenti nelle ore mattutine;
temperatura ed umidità basse;
vento irregolare e turbolento, durante i temporali possono verificarsi improvvise raffiche;
pressione alta e visibilità buona.Queste masse d'aria sono in continuo movimento e si spostano, influenzate dall'orografia terrestre, andando dalle zone di alta pressione verso quelle di bassa pressione e, a causa dell'effetto della rotazione terrestre, vengono deviate a destra nell'emisfero Nord e a sinistra nell'emisfero Sud.
Pertanto, nel nostro emisfero nelle zone di alta pressione il vento ruota in senso orario, mentre nelle zone di bassa pressione esso ruota in senso antiorario. Il contrario avviene, ovviamente, nell'emisfero Sud.
La regola di Buys-Ballot permette di stabilire, in base alla direzione del vento, la posizione della zona di alta pressione e quella della bassa pressione. Più precisamente volgendo le spalle alla direzione di provenienza del vento e sollevando così le braccia avremo la zona di alta pressione indicata dal braccio destro, e la zona di bassa pressione indicata dal braccio sinistro (per l'emisfero nord, mentre accade il contrario per l'emisfero sud).
Questo è vero per quanto riguarda l'osservazione in quota (sopra i 1500 m di quota).
Per quanto riguarda invece l'osservazione al suolo, trovandoci con le spalle al vento ed estendendo le braccia, per indicare la zona di alta pressione (sempre con in braccio destro) e quella di bassa (sempre con il sinistro) dovremo prima effettuare una piccola rotazione del bacino in senso orario di circa 30°(questo è dovuto al fatto che la forza di attrito che si manifesta a causa dell'interazione con la superficie terrestre tende alla rotazione del vento).
Queste masse d'aria durante il loro spostamento si incontrano con masse d'aria aventi caratteristiche differenti, generando quelli che comunemente sono detti fronti. 

Le nubi

La condensazione, la solidificazione o la sublimazione (passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso) del vapor acqueo contenuto nell'aria provocano ammassi di minutissime particelle d'acqua in sospensione, dette nubi.



Queste sono classificate, a seconda della quota alla quale si generano, in:
nubi basse, dal suolo fino a circa 2500 metri - Strati, Stratocumuli e Cumuli;
nubi medie, tra i 2500 metri ed i 6000 metri - Cumuli, Altocumuli, Nembostrati, e Altostrati;
nubi alte, tra i 6000 metri ed il limite dell'atmosfera - Altostrati, Cumulonembi, Cirri, Cirrostrati e Cirrocumuli.

Il vento e le brezze

Come già visto, il vento è lo spostamento orizzontale (moto avvettivo) o verticale (moto convettivo, se diretto dal basso verso l'alto o moto di subsidenza, se diretto verso il basso) di grosse masse d'aria che si spostano dalle zone di alta pressione verso quelle di bassa pressione.
Gli elementi che caratterizzano un vento sono:
direzione dalla quale esso proviene, espressa in gradi a partire dalla direzione cardinale Nord o secondo le direzioni cardinali ed intercardinali;
anemoscopio
intensità o forza, misurata in m/sec o in km/h o in Nodi. Lo strumento che indica la direzione dalla quale proviene un vento è detto anemoscopio, mentre lo strumento che ne misura l'intensità è detto anemometro
anemometro
.Il vento, a seconda della sua regolarità in direzione e intensità, può essere:
teso, quando direzione ed intensità risultano pressochè costanti;
a raffiche, quando vi sono variazioni della intensità, rispetto a quella media, superiori ai 10 nodi;
turbinoso, quando sia la direzione che l'intensità subiscono continue variazioni;
di groppo, quando il vento è caratterizzato da notevole velocità che cambia repentinamente e marcatamente intensità e direzione. E' tipico del passaggio di un temporale.I venti possono essere classificati in:
costanti: sono chiamati Alisei e sono caratteristici perché spirano sempre dalla stessa direzione, non subiscono variazioni durante l'anno e sono praticamente permanenti. Essi spirano tra i paralleli 30° Nord e 30° Sud. Quelli a Nord dell'Equatore hanno direzione NE, quelli a Sud dell'Equatore hanno direzione SE. Questi ultimi sono più stabili e di intensità superiore rispetto a quelli dell'emisfero boreale;
periodici; sono i venti che spirano in una certa direzione in un certo momento, sono i monsoni e le brezze.
I monsoni sono venti stagionali caratteristici delle zone subtropicali del continente Asiatico, dell'Oceano indiano e dell'India. Questi venti soffiano in estate con direzione Sud-Est, mentre in inverno essi soffiano da Nord-Est. Questi venti sono generati dalla notevole differenza di temperatura che si crea in estate ed in inverno tra le vaste distese continentali e la grande massa dell'Oceano.
Le brezze possono essere considerate anch'esse venti periodici, con la differenza che la loro periodicità anzichè essere stagionale è giornaliera. Si verificano lungo le coste e sono provocati dal fatto che il mare e la terraferma si scaldano in modo differente. Infatti il mare si scalda assai più lentamente della terraferma e, altrettanto lentamente, cede il proprio calore. 
Per effetto di ciò durante il giorno si forma, sulla terra prossima al mare, una zona di bassa pressione, l'aria si dilata e si solleva richiamando dal mare aria più fresca; è la brezza di mare. 
La notte avviene esattamente il contrario, il mare è relativamente più caldo della terra e pertanto la zona di bassa pressione si forma sul mare, richiamando dalla terra aria più fredda, più densa e più pesante; è la brezza di terra.

I Fronti

La linea al suolo che costituisce la separazione fisica tra due masse d'aria aventi caratteristiche differenti è detta fronte. 
Distinguiamo tre tipi di fronti:
il fronte freddo, che è caratterizzato da una massa d'aria fredda che avanza fino ad incontrare una massa d'aria calda, la quale viene bruscamente sollevata;
il fronte caldo, che è caratterizzato da una massa d'aria calda, che, incontrando una massa d'aria più fredda, si solleva salendo e raffreddandosi lentamente;
il fronte occluso, che si genera quando il fronte caldo viene raggiunto e superato dal fronte freddo.E' possibile elencare alcune caratteristiche dell'aria che precede, che sta al centro e che segue un fronte, stabilendo in tal modo una semplice e spesso attendibile previsione locale a breve distanza e a medio termine.
Il fronte caldo presenta:
nella zona che lo precede: la pressione è in diminuzione, il vento rinforza e soffia, generalmente dai settori meridionali, parallelamente al fronte, la temperatura aumenta lentamente, la visibilità è limitata, la nuvolosità è cirriforme e più tardi stratiforme;
nella zona centrale: la pressione resta stazionaria, il vento e la temperatura restano costanti, la visibilità rimane limitata, la nuvolosità è del tipo stratificato e cumuliforme, le precipitazioni sono di lunga durata e di poca intensità.
nella zona che lo segue: la pressione resta stazionaria, il vento diminuisce di intensità tendendo a ruotare a destra, la temperatura aumenta decisamente, la visibilità resta limitata, la nuvolosità irregolare e del tipo stratificato, cirriforme o cumuliforme, le precipitazioni diminuiscono.Il fronte freddo presenta:
nella zona che lo precede: la pressione diminuisce, il vento è molto forte e generalmente del quarto quadrante, la temperatura è in relazione alla massa d'aria calda, la visibilità è scarsa o mediocre, la nuvolosità del tipo cumuliforme, le precipitazioni a carattere di rovesci e acquazzoni;
nella zona centrale: la pressione resta costante, il vento resta di forte intensità, la temperatura diminuisce, la visibilità resta scarsa, le nubi assumono anche aspetto stratificato, le precipitazioni possono essere anche temporalesche;
nella zona che lo segue: la pressione diminuisce sensibilmente, il vento tende a ruotare a destra e a diminuire di intensità, la temperatura diminuisce sensibilmente, la visibilità diviene buona, nuvolosità del tipo cumuliforme, piogge scarse e di breve intensità.

Gli strumenti meteorologici

Gli strumenti meteorologici che interessano il diportista sono quelli per la misura della:
temperatura (termometri e termografi);
pressione (barometri e barografi);
direzione e velocità del vento (anemoscopio e anemometro);
unidità relativa (igrometro)Barometro

Il Barometro è lo strumento che misura la pressione atmosferica.
Il termine deriva dalle parole greche "barco" che significa "peso" e da "metron" che significa misura. 
Vi sono diversi tipi di barometro (a liquido, aneroidi e termic) ed il loro capostipite è quella semplice canna di vetro, chiusa ad una estremità, che lo scienziato Evangelista Torricelli utilizzò per determinare la pressione atmosferica, calcolando il peso della colonna di mercurio contenuta nella canna.

Barografo

Strumento meteorologico utilizzato per registrare, su un apposita cartina, l'andamento della pressione, consentendo in tal modo, al meteorologo, di apprezzarne le variazioni diurne senza la necessità di continue letture.
Esso è costituito da un barometro metallico al quale è solidale un indice scrivente che può tracciare, su un apposito diagramma, fissato su un tamburo ruotante con un sistema ad orologeria, il valore continuo della pressione. 
La linea curva che viene così tracciata dall'indice scrivente nel corso della settimana (tanto impiega il tamburo ruotante a compiere un intero giro), rappresenta il barogramma della settimana, vale a dire la variazione della pressione barometrica nel corso della settimana.

Anemometro

L'anemometro è lo trumento meteorologico utilizzato per la misura della velocità del vento.
Il termine deriva dalle parole greche "anemos" e "metro" che rispettivamente significano "vento" e "misura". 
Vi sono diversi tipi di anemometri ma i più noti e adoperati sono senza dubbio gli anemometri a mulinello, detti anche anemometri dinamici in quanto la velocità del vento viene determinata dal numero di giri che la parte rotante dello strumento compie nell'unità di tempo.
La parte ruotante di questo strumento può essere costituita da coppe semisferiche saldamente fissate alle estremità di una struttura a "croce" o da palette. 

I Bollettini meteorologici

Tutte le informazioni meteorologiche utili alla navigazione marittima vengono chiamate generalmente Bollettini meteorologici e sono trasmesse in Radiotelegrafia (RT), in Radiotelefonia (RTF) o in Facsimile periodicamente dalle stazioni radio.
I Bollettini in RT e in RTF vengono trasmessi dalle radio costiere ogni 6 ore a partire dalle ore 00 00 di Greenwich e sono detti Bollettini Meteomar o, più semplicemente, Meteomar.
Il Meteomar comprende:
gli avvisi (avvisi di temporali, di burrasche in corso o previste, ecc.);
la situazione (situazione barometrica e suo evolversi, situazione dei fronti e loro spostamento ecc.);
la previsione (validità, venti, mari, visibilità, copertura del cielo ecc.);
la tendenza (variazioni che probabilmente si verificheranno successivamente alla previsione).Le stazioni costiere trasmettono anche i segnali urgenti contenenti avvisi di burrasca o di tempesta direttamente sulle frequenze internazionali di soccorso (2182 kHz e sul canale 16, vale a dire sulla 156.80 Mhz).
Un servizio di informazione meteorologica viene pure svolto dalla SIP e dalla Rai (Radio 2).
Disponendo di un apparecchio ricevitore di carte meteorologiche in facsimile, è possibile ricevere le carte sinottiche, sulla scorta delle quali si può ricavare una propria previsione. 

LA PRESSIONE ATMOSFERICA DALL'OSSERVAZIONE ALL'ANALISI

La pressione atmosferica è il peso di una colonna d'aria sull'unità di superficie. L'unità di misura è l'ettopascal (hPa) che corrisponde a 100 Newton su m2. La misura della pressione più precisa viene effettuata con il barometro a mercurio, di cui sono dotate le stazioni meteo tradizionali del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica. Altri barometri hanno come elemento sensibile capsule metalliche, all'interno delle quali è quasi completamente tolta l'aria, per cui si deformano sotto il peso dell'atmosfera. Dalla diversa deformazione si risale al valore della pressione.
Il principio su cui si basa il funzionamento del barometro a mercurio è frutto della nota esperienza torricelliana, per la quale la forza (peso) esercitata da una colonna di mercurio è capace di equilibrare la pressione atmosferica ad un certo istante e in un dato luogo. Lo strumento si compone di una canna di vetro, sulla quale è riportata una scala graduata in mm e ettopascal, e di un pozzetto, in cui si raccoglie il mercurio. Il diverso peso dell'atmosfera sul mercurio del pozzetto fa salire o scendere il liquido lungo la canna di vetro. La effettiva misurazione della pressione richiede particolari accorgimenti per poter comparare i valori rilevati da stazioni posizionate a quote e latitudini diverse (la pressione, a parità di altre condizioni, diminuisce con l'altezza e verso l'equatore, perché diminuisce la forza di gravità). Inoltre per il barometro a mercurio, dato che l'elemento sensibile si dilata o si contrae in funzione della temperatura, è necessario apportare anche una correzione termica.
Le variazioni della pressione sono alla base di tutti i fenomeni meteorologici, quindi è molto importante rappresentare la distribuzione di questo parametro sulle diverse zone della superficie terrestre, per controllare e prevedere l'evoluzione del tempo. Pertanto le osservazioni effettuate simultaneamente, ad una determinata ora sinottica, vengono riportate mediante appropriata simbologia su una carta geografica della regione di interesse. Su questa carta vengono tracciate le isobare, linee che congiungono tutti i punti in cui si ha la stessa pressione atmosferica. Di solito su carte a scala emisferica vengono tracciate alla distanza di 4 hPa l'una dall'altra. Dalla forma che assumono le configurazioni bariche è possibile individuare le zone di alta e bassa pressione, evidenziate con le lettere A o H (High Pressure) per anticiclone e B o L (Low Pressure) per la depressione. In un anticiclone i valori di pressione aumentano dalla periferia verso il centro, dove si trova il massimo, mentre in una depressione avviene il contrario.

Carta delle isobare delle ore 18 UTC (ora di Greenwich) del 29 gennaio 2000. I valori di pressione sono riportati in due cifre: per leggerli in ettopascal (hPa) da 00 in su si deve anteporre un 10, da 96 in giù un 9 (ad esempio 16 equivale a 1016 hPa). La depressione sul mare di Norvegia è particolarmente profonda (948 hPa) e le isobare fitte. I venti associati hanno portato violente mareggiate su tutte le coste dell'Europa settentrionale. Sul Mediterraneo, invece, le isobare sono più distanziate e la depressione sul mar Ligure risulta di debole intensità.


Da una carta barica al suolo si ricavano numerose informazioni. Intanto sulla intensità e sulla direzione del vento, la cui forza è tanto maggiore quanto più le isobare sono ravvicinate e il cui moto segue pressoché l'andamento delle isobare, lasciando, nel nostro emisfero, a sinistra le basse pressioni (come vedremo in dettaglio nel prossimo numero). Poi alle differenti configurazioni si possono associare, in prima battuta, diversi tipi di tempo. Ad una depressione, generalmente, è associata una nuvolosità più estesa e compatta, con fenomeni più frequenti, sulla parte orientale e una nuvolosità più rotta, ma con fenomeni anche violenti come rovesci e temporali, sulla parte occidentale. Alle alte pressioni si può solitamente associare un tempo stabile, ma talvolta con le insidie portate dalla formazione di nebbie.

Carta delle tendenze barometriche delle ore 18 UTC del 29 gennaio 2000. I valori in due cifre sono in decimi di hPa. Le isolinee azzurre indicano gli aumenti di pressione, quelle rosse le diminuzioni. Un valore di 60 rosso significa che, nelle ultime tre ore, in quella località la pressione è diminuita di ben 6 hPa. Dal confronto con la carta delle isobare si deduce che il minimo di pressione dal mar di Norvegia tende a portarsi sul mar Baltico.


Altra carta utile è quella delle isallobare, linee che congiungono punti di uguale variazione di pressione. Elaborata con frequenza trioraria, si chiama, più comunemente, carta delle tendenze barometriche: permette di individuare le aree in cui la pressione tende ad aumentare o a diminuire, anticipando così la direzione che seguiranno gli anticicloni e le basse pressioni. La carta delle isobare e quella delle tendenze sono trasmesse dal Ser. Meteorologico dell'Aeronautica via facsimile, quattro volte al giorno, secondo un programma nazionale sulla frequenza 8146,6 kHZ.

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